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Il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo, istituito con larghissima maggioranza dal Parlamento nel 2004, per ricordare “la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.


Si tratta di pagine decisamente tragiche della nostra storia, dove odio e orrore sembrano aver avuto la meglio sull’umanità.


Il ricordo si oppone alla dimenticanza. Dovere verso le vittime, per impedire che cadano nell’oblio. Dovere verso i sopravvissuti. Dovere verso l’intera società, affinché non si ripetano mai più certi eventi.


Le vittime di quella persecuzione, i profughi, i loro discendenti, la loro angoscia e le loro sofferenze non dovranno essere mai dimenticate. Esse restano un monito perenne contro le ideologie e i regimi totalitari che opprimono i cittadini, schiacciano le minoranze e negano i diritti fondamentali della persona. E ci rafforzano nei nostri propositi di difendere e rafforzare gli istituti della democrazia e di promuovere la pace e la collaborazione internazionale, che si fondano sul dialogo tra gli Stati e l’amicizia tra i popoli.”


Non dimentichiamo mai di essere uomini civili, uomini con un passato da conoscere e un avvenire da costruire insieme.

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