La Chiesa si contraddistingue per le sue dimensioni monumentali. Il prospetto si eleva, infatti, per ben 25,5 metri e si innalza su un piccolo largo urbano. Il progetto è attribuito all’architetto Giovanni Maria Tarantino di Nardò e lo si si evidenzia dal confronto con la Chiesa di San Domenico di Nardò I lavori risultano conclusi nel 1622. Il terremoto del 20 febbraio 1743 semidistrusse l’edificio che venne ricostruito a spese del popolo di Leverano. La chiesa è in stile pre-barocco, esempio di transizione dal Rinascimento al Barocco. Rinascimentale è l’impianto architettonico del prospetto. Una cornice marcapiano dentellata separa la facciata in due ordini mentre le monumentali colonne binate la suddivide verticalmente in tre campi L’ordine inferiore è costituito da quattro basamenti con colonne, binate e scanalate, poste su due livelli . Tra le coppie di colonne si trovano le tre porte di ingresso alla chiesa. Le porte laterali sono allineate con piccoli rosoni sovrastanti, mentre il portale principale è sormontato da un timpano triangolare spezzato. La decorazione architettonica, al contrario, è d’ispirazione barocca. Si arricchisce all’ordine superiore, alleggerendo il rigoroso e austero apparato murario. Di particolare interesse risulta l’originale decorazione della grande finestra traforata che si apre al centro del secondo piano. La finestra è delimitata lateralmente da due curiosi pilastri (Foto 14) composti da una testa maschile, un corpo di foglie d’acanto e da un mascherone poggiante su una zampa d’animale, mentre sull’architrave è scolpito un motivo vegetale, con un putto al centro e un grifo ai lati. La finestra è affiancata da nicchie vuote, le quali un tempo accoglievano probabilmente delle statue in pietra. La facciata termina a capanna con una svettante cuspide rettangolare con al centro una nicchia. La cornice della cuspide mostra tra i dentelli alcune maschere definite apotropaiche, ossia delle maschere che avevano la funzione di allontanare le influenze maligne. Le porte di accesso anticipano la suddivisione della chiesa in tre navate. Una arcata su pilastri composta da quattro archi per lato separa la navata centrale da quelle laterali. Il soffitto della navata centrale è a capriate lignee, ma è completamente nascosto da un enorme cielo appeso che occupa l’intera navata. Il dipinto ritrae in un medaglione centrale l’Annunciazione della Vergine. Le campate delle navate laterali sono coperte da volte “a stella”, tipiche della tradizione leccese. Sul terzo pilastro sinistro della navata centrale è posizionato il pulpito ligneo, probabilmente della prima metà del Settecento. Sul lato opposto, tra il terzo e quarto pilastro è collocato l’organo a canne settecentesco. Uno splendido arco intagliato in pietra separa la navata centrale dal transetto. Al centro di una ampia scalinata è collocato l’altare maggiore , una grande macchina bianca in pietra e stucchi, la cui copertura è una cupola ad ombrello ad otto spicchi, sulle cui vele sono dipinti i quattro evangelisti, San Luca, San Matteo, San Giovanni e San Marco. Il transetto è separato dal coro retrostante da un secondo e maestoso arco intagliato, recante la data 1602, decorato da motivi vegetali e figure. Il coro ospita la struttura lignea a 24 seggi del 1615 ed ha una copertura a volta a crociera lunettata. Di particolare importanza artistica è il primo altare della navata laterale sinistra, dedicato alla Madonna del Carmelo. E’ l’unico altare della chiesa costruito in stile barocco: è caratterizzato, infatti, dalle tipiche colonne tortili, le quali affiancano la pala di San Francesco. Sul lato sinistro, oltre il secondo altare, un’apertura introduce la cappella dedicata al SS. Sacramento, un ampio tempietto a pianta ottagonale costruito nel 1725. All’esterno la cupola è rivestita da maioliche colorate ed è stata ricostruita interamente nel 1829, dopo il crollo del campanile, anch’esso ricostruito. A destra dell’altare maggiore si può apprezzare l’altare dedicato a San Rocco, il quale racchiude un bassorilievo in cartapesta raffigurante il santo protettore.